L’attività giudiziaria che ha partorito la sentenza n. 6954 del luglio 2019 è frutto di una sinergia perfetta tra l’associazionismo e il sindacato.
L’AADI aveva bisogno, per Statuto, di dare un importante e profondo impulso all’attività giudiziaria contro il demansionamento perché le ridicole sentenze arrestate al 5% non soddisfacevano il necessario bisogno di eliminare alla radice lo sfruttamento dell’infermiere.
Nessun sindacato però era disposto a sostenere l’AADI in questa battaglia se non il COINA.
Il sindacato COINA, recentemente proiettato sul piano nazionale e non più avvezzo alla mentalità localistica, con evidente impegno sul piano ideologico, ha sposato tutte le teorie sul demansionamento ritenendolo una piaga da debellare.
Così ha più volte espresso la necessità di poter combattere il demansionamento concretamente e non solo con la diffusione ideologica.
Gli infermieri del COINA subiscono un demansionamento gravissimo all’interno del Policlinico Gemelli e così abbiamo scelto un caso umano veramente disperato, iscritto COINA, e lo abbiamo perorato fino alla famosa sentenza pubblicata ieri sui nostri siti.
Il COINA ha sempre creduto nelle lotte promosse dall’ADI e questo ne fa un centro di interessi umani e professionali difficilmente scardinabile.
Naturalmente l’AADI è un ente diverso dal COINA e gli interessi associativi sono difformi, ma sul fenomeno del demansionamento siamo in comunione di intenti e uniti nella lotta.
Grazie al COINA, l’ADI ha fatto valere a Roma il diritto ad una professionalità giusta e dignitosa.
L’AADI ha radicato altre due cause a Milano ed a Bari, sulla scorta di quella romana; questa volta gli infermieri ricorrenti sono due segretari AADI e quindi vi terremo aggiornati sugli sviluppi.
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