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Assistente infermiere: verso l'estinzione dell'infermiere?

Il Governo ha deciso di introdurre questa nuova figura probabilmente a seguito della valanga di sentenze di demansionamento infermieristico che hanno inciso negativamente sui conti pubblici erariali, ma ha commesso un errore: non ha affrontato il problema del demansionamento alla radice.


L’errore di questa normativa è palese, anziché aumentare la consistenza organica dell’O.S.S. e punire i dirigenti che tollerano lo sfruttamento degli O.S.S. - spesso utilizzati per mere mansioni ausiliarie di base (pulizie, trasporto, ecc.) - hanno pensato, male, di introdurre una nuova figura che non solo dovrà svolgere le stesse mansioni dell’O.S.S. (lo scrive proprio la legge), ma andrà a interferire su molte attività infermieristiche che, necessariamente, catalizzeranno dissidi e conflitti su chi deve fare cosa.


La norma avente forza di legge è contenuta nell’Accordo Conferenza Stato-Regioni del 3 ottobre 2024 che si basa sui precedenti Accordi, tra i quali, quello del 22 settembre 2001 con riguardo all’O.S.S. che si è proceduto a rivisitare, oltre che ad abrogare, definitivamente, l’O.S.S. in formazione complementare.


Il Governo e le Regioni non hanno deciso di abrogare l’O.S.S., ma è ovvio che tale figura andrà in oblio (esattamente come è avvenuto con l’infermiere generico che, si ricorda, non ne è stata abrogata la figura professionale, ma sono state semplicemente chiuse le scuole di formazione) perché l’A.I., afferma la norma, deve anche svolgere le mansioni dell’O.S.S. e ciò spingerà gli O.S.S., per motivi economici, di riqualificarsi in A.I. con un corso della durata da 6 mesi ad un anno (durata decisa discrezionalmente dalle Regioni).


Quindi, a gestire l’assistenza degli utenti resteranno solo due figure che senza dubbio entreranno in conflitto.


Perché?

Esattamente perché accadrà quanto già avviene nei rapporti con l’O.S.S. (la storia insegna), anzi sarà peggio perché l’A.I. si sentirà più infermiere di quanto si sentisse l’O.S.S. visto che nelle nuove mansioni vi sono comprese (leggete con attenzione):

  1. fornire assistenza diretta e supporto gestionale, organizzativo e formativo;

  2. rilevare e registrare segni vitali quali frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura corporea, pressione arteriosa e saturazione ossigeno;

  3. rilevare, registrare e segnalare le caratteristiche e il grado di dolore, applicando le scale di valutazione validate;

  4. eseguire l’elettrocardiogramma;

  5. eseguire i prelievi da puntura capillare;

  6. utilizzare e gestire i dispositivi POCT per processare i campioni biologici;

  7. somministrare la nutrizione enterale;

  8. effettuare le medicazioni della gastrostomia stabilizzata;

  9. effettuare l’aspirazione delle secrezioni orofaringee e naso faringee;

  10. effettuare la cura delle stomie;

  11. eseguire l’aspirazione delle secrezioni, medicare e pulire la cannula tracheostomica;

  12. effettuare la pulizia e la cura della cute;

  13. stabilizzate e sostituire lo specifico sistema di raccolta (sacche urine, ecc.);

  14. preparare (attenzione: PREPARARE) e far assumere farmaci per via orale, sottolinguale, topica, transdermica cutanea, ontologica, oftalmica, nasale, inalatoria, vaginale e rettale;

  15. sotto indicazioni e supervisione dell’infermiere somministra farmaci per via intramuscolare e sottocutanea (si ridonda il mansionario dell’infermiere professionale quando stabiliva la somministrazione del farmaco per via endovenosa con la supervisione del medico);

  16. applica cannule nasali, maschere facciali per la somministrazione di ossigeno;

  17. lavora in equipe rispettando i ruoli.


A chi competerà l’ECG? Secondo il tenore della legge (ad litteram leges) all’A.I..

L’infermiere può pretendere di eseguire l’ECG escludendo l’A.I.?

No, perché la norma afferma, chiaramente, che l’infermiere indica all’A.I. le attività che deve svolgere ma che non rientrano nell’autonomia professionale dell’A.I. ovvero quelle urgenti, quelle di assistenza (cioè dell’infermiere che chiede un aiuto) e quelle ordinarie da integrare, ma, afferma la legge, le attività svolte dall’A.I. devono essere standardizzate ovvero, in poche parole, devono essere routinarie e autonome, con il solo obbligo, per l’A.I., di informare l’infermiere per qualsiasi situazione non ordinaria, che richiede un intervento infermieristico o urgente, o incidentale (l’A.I. “riconosce segni di allerta da comunicare tempestivamente … segnala alterazioni della cute, mucose e aree peristomali”). Però, siccome nel corso è incluso l’insegnamento di primo soccorso, è ovvio che segnala e interviene nell’emergenza in quanto “somministra l’ossigeno” e se lo ritiene utile, nell’’attesa, nulla gli impedirà di farlo.


E’ di nuovo ribadito che l’AI deve lavorare su indicazione dell’infermiere, ma anche qui c’è l’inganno che, secondo chi scrive, fornirà spunti di contrasto tra l’infermiere e il suo assistente perché la legge stabilisce pure che l’infermiere dovrà comandare poco l’AI in quanto, questi, dovrà eseguire le proprie prestazioni in manera “standardizzata” cioè routinaria, impedendo, di fatto, all’infermiere di interferire sulla sua autonomia, tranne, naturalmente, per questiono urgenti o necessitate.



L’A.I. è pertanto una figura ibrida che si spinge verso le mansioni infermieristiche e, giuridicamente argomentando, ne degrada la natura intellettuale di cui all’art. 2229 C.C. (che fonda l’obbligo della tenuta dell’albo professionale) e ciò creerà non pochi problemi di coerenza giuridica e di necessità di avere ancora un albo professionale e un Ordine.

C’è però un’altra teoria, più verosimile che personalmente postulo: e se invece di degradare la mansione che prima era solo infermieristica ovvero da intellettuale a esecutiva, ne eleva la natura a intellettuale? Lo spiego in altre parole: e se l’A.I. svolgendo molti compiti che prima erano esclusivamente dell’infermiere, un domani, non tanto lontano, pretenderà di essere riconosciuto come professione sanitaria pretendendo un proprio Ordine oppure, occasione che la FNOPI non si farà scappare considerata la possibilità di aumentare le entrate, di ottenere un albo speciale all’interno dell’OPI?


Ricordo ai lettori che gli O.S.S. ci hanno già provato e per un pelo non ci sono riusciti. Con sentenza dell’8 agosto 2023 n. 13180, il TAR Lazio ha rigettato tale richiesta, ma solo perché nella normativa O.S.S. vi era chiaramente riportata la natura socio-sanitaria e non sanitaria dell’O.S.S., ma per l’A.I. la questione è diversa perché nonostante sia scritto che è una figura socio-sanitaria, commettendo un errore (secondo chi scrive), il riquadro della competenza n. 3 stabilisce che l’A.I.: “è responsabile nell’esecuzione di attività assistenziali sanitarie” e non socio-sanitarie, parificando la sua natura “mansionale” (non giuridica, almeno finché non usciranno sentenze in materia) a quella del medico e dell’infermiere.


Guai in vista!


Ma la domanda è d’obbligo: l’ECG è un atto sanitario o socio-sanitario?

Prima dell’avvento dell’A.I. la risposta era semplice: sanitaria.

Ma oggi? Socio-sanitaria? No, perché non è preclusa al medico per cui rimane ed è un’attività squisitamente sanitaria.

Quindi?

Quindi, il Governo e i presidenti regionali hanno conferito ad una figura ausiliaria (cioè di supporto a quella sanitaria), mansioni sanitarie (prelievi capillari, rilevamento parametri vitali, preparazione dei farmaci e somministrazione, come era previsto per l’infermiere generico un tempo) e ciò potrebbe essere utilizzato strumentalmente per ridefinire, in via giurisprudenziale, la natura sanitaria dell’A.I. con gravi sconvolgimenti della stessa figura infermieristica.


Attriti e sfruttamento superiore

È prevedibile che ci saranno profondi conflitti tra infermieri e A.I., soprattutto nelle mansioni che prima erano infermieristiche.

La soluzione? Creare un am,biente di lavoro collaborativo e sinergico, evitando litigi. Ma, così facendo, non vi sarà più alcuna distinzione tra infermiere e AA.II. e le due figure si confonderanno con il rischio di:

  1. utilizzare gli AA.II in sostituzione dell’infermiere (cosa che già avviene estesamente nelle cliniche private dove gli O.S.S. sono gli unici operatori nei turni di notte e fanno praticamente tutto, endovenose, ecc.);

  2. esacerbare i conflitti tra il personale in quanto l’A.I., se professionalmente orgoglioso, tenterà di prevaricare le aree di competenza infermieristica;

  3. ridimensionamento degli infermieri nei servizi e completa loro sostituzione nei servizi ambulatoriali.


Conclusioni

Non sarà difficile fare un altro Accordo per assegnare all’A.I. ulteriori mansioni (magari con un altro corso di 12 mesi, potranno imparare quanto è già previsto nel corso di laurea di infermieristica)e ciò risulterà fatale per la professione di infermiere che sarà relegata al coordinatore o, come già afferma il mansionario dell’A.I., al “responsabile dell’assistenza infermieristica” che, con un colpo di legge, potrebbe essere assegnata al coordinatore.


Mauro Di Fresco

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