Sono passate due settimane dallo scandalo scoperto all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli della paziente sommersa dalle formiche, una scena raccapricciante che grida allo scandalo e che ha visto protagonisti Medici e Infermieri quella sera in servizio, poi sospesi in attesa che si concludano gli accertamenti del caso.
Ora, certamente è una cosa che fa riflettere e pensare: ma siamo veramente sicuri che i veri responsabili siano da individuare tra i poveri malcapitati che quella sera prestavano servizio in ospedale, oppure, le vere responsabilità vanno ricercate altrove?
Diciamo questo non perché siamo schierati dalla parte di qualcuno ed avversi a qualcun altro, ma solo per il senso di giustizia che ci contraddistingue e che è il fondamento principale e lo scopo dell’associazione che abbiamo creato.
Di fronte ad episodi del genere ci viene da pensare e riflettere prima di gridare allo scandalo addebitando responsabilità agli operatori ed ai professionisti presenti, quando in realtà le responsabilità vere sono ascrivibili a tutt’altri soggetti.
Conosciamo molto bene, nostro malgrado, la realtà di questa struttura ospedaliera, il San Giovanni Bosco, un ospedale che incide nell’area facente capo alla ASL Napoli 1, azienda sanitaria tristemente famosa e salita alla ribalta delle cronache di questi giorni per l’inaugurazione del nuovo presidio ospedaliero chiamato “Ospedale del Mare” tanto decantato dagli organi direttivi della ASL, dal Presidente della Regione Campania e dai giornali, ma che a distanza di poche settimane dall’inaugurazione ha messo subito in evidenza come la malasanità ed i fenomeni corruttivi siano il leitmotiv del sistema sanità Campano.
E’ di questi giorni infatti, la notizia di cronaca apparsa in sui giornali nazionali e locali di apparecchiature vendute con rincari del 300%, di appalti truccati, maggiorati anche di 250 mila euro e di tutte quelle faccine sorridenti, con coriandoli e cotillion apparse sui telegiornali per festeggiare ed inaugurare la nuova struttura sanitaria (allagatasi già al primo temporale) che si sono subito spente quando la Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dal pool guidato dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, sui reati nel settore sanitario della Procura di Napoli, ha messo gli occhi sulle gare di appaltodell’ospedale arrestando sei persone con l’accusa di avere messo in piedi un sistema corruttivo basato sulla cosiddetta «somma urgenza» e sull’impossibilità, di fatto, di poter acquistare la stessa tipologia di apparecchi elettromedicali e diagnostici (endoscopi, broncoscopi e altri macchinari del genere) da aziende diverse da quelle finite poi nel tritacarne dell’inchiesta partenopea.
Ora è del tutto evidente che in quella struttura quello che non va non è tanto l’episodio increscioso delle formiche, ma bensì, la stessa Governance dell’azienda che ha mostrato di avere delle enormi falle di sistema con manifesti episodi corruttivi e di malagestione oltreché di vera malasanità.
Affermiamo questo perché l’episodio indegno della paziente con le formiche non è un fatto avvenuto repentinamente dall’oggi al domani, erano infatti settimane se non mesi che veniva denunciata questa situazione, molti infermieri del reparto di medicina incriminato avevano scritto e denunciato (persino nelle consegne infermieristiche) ai rispettivi superiori gerarchici la presenza delle formiche in quella stanza, ma nessuno ha mai preso provvedimenti è facile quindi prendersela con i poveri malcapitati quando poi scoppia lo scandalo.
Non solo, l’AADI aveva già denunciato episodi di rilevanza penale avvenuti nello stesso Ospedale e che ora sono al vaglio degli organi inquirenti per le dovute risultanze istruttorie, episodi di una gravità estrema che vedevano coinvolti lavoratori costretti ad attività pericolose senza la minima tutela nei luoghi di lavoro, il tutto, con la apparente indifferenza dell’amm.ne Ospedaliera, Direttore Sanitario e Direttore di UOC in testa, oltreché, della Governance della ASL stessa.
Quindi se veramente vogliamo trovare i veri responsabili, questi, vanno ricercati nei vertici aziendali a partire dal Direttore Generale fino ad arrivare ai Direttori di UOC e ad alcuni coordinatori infermieristici che hanno taciuto e non di certo tra il personale che quotidianamente è costretto a lavorare in condizioni da terzo mondo.
Nei prossimi giorni infatti l’AADI scriverà al Ministro della Salute l’on. Giulia Grillo per un incontro, dove gli mostreremo le denunce penali già fatte contro l’amm.ne della struttura, rea di aver sottovalutato troppo volte le nostre diffide e le nostre denunce per la tutela della salute degli operatori e dei pazienti.
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