Facciamo finalmente un po di chiarezza, in nome della verità dei fatti e del dovere di cronaca. Basta strumentalizzare frasi ed episodi solo per compiacere e servire supinamente i soliti noti
È doveroso, dopo aver letto tutti i commenti e gli articoli scritti intorno alla vicenda della presenza del Prof. Di Fresco a Porta a Porta, fare un po di chiarezza e raccontare i fatti per come sono realmente accaduti.
Lo dobbiamo se non altro a tutti i protagonisti della vicenda e soprattutto a coloro i quali, credono e seguono costantemente le vicende e le battaglie che lAADI porta avanti oramai da più di tre anni.
La verità dei fatti ce lo chiede, non sempre infatti, la verità giornalistica combacia con la realtà dei fatti, a volte per esigenze di cronaca, ma spesso, perché non si è liberi editorialmente e si deve anche a malincuore compiacere il potente di turno.
È per questo che raccontiamo la verità, perché siamo orgogliosi di essere e di mostrarci liberi e non dobbiamo compiacere nessuno, ma soprattutto, non temiamo smentite, perché la verità viene sempre a galla, a volte può essere difficile farla emergere, ma alla fine è come un fiume in piena che travolge tutto e tutti portando via con sé le menzogne e il discredito e squarciando quelle nubi scure per far poi riapparire il sole.
Ebbene, quel fatidico giorno, ossia il 21 aprile u.s., il Prof. Di Fresco vien contattato dalla Prof.ssa Julita Sansoni per presenziare alla trasmissione Porta a Porta, nella quale, sarebbe dovuto intervenire a nome dellAADI e della CNAI per parlare dellinfermiera di Piombino. Sappiamo già come è andata a finire e quindi, non insisterò ancora nel raccontare cosa è avvenuto, ma è doveroso però far notare a tutti che è facilmente intuibile che quella poltrona vuota affianco alla criminologa Roberta Bruzzone, era alcuni minuti prima occupata da qualcunaltro che guarda caso, era proprio il Prof. Di Fresco.
Se si guarda attentamente la trasmissione si può anche notare che i medici presenti in studio due medici legali, spesso, voltano lo sguardo verso la poltrona difronte a loro dove guarda caso, era sempre seduto il Prof. Di Fresco, inoltre alcuni pensieri espressi dagli ospiti sembrano non avere risposta e cadere nel vuoto, come se qualcuno avesse dato loro delle risposte che i telespettatori non possono intercettare poiché tagliate dalla redazione del programma. E poi, quando mai nella trasmissione di Vespa si vedono poltrone vuote? A nessuno è venuto il minimo dubbio che quella poltrona vuota pochi secondi prima era occupata? Ci dispiace immensamente che la trasmissione non fosse in diretta, ne avremmo viste delle belle.
Poi gli sms, la prova regina di tutta la vicenda, quegli scambi via whatsapp che dimostrano al di la di ogni ragionevole dubbio che la redazione era estremamente preoccupata che la registrazione del programma non potesse essere mandata in onda proprio perché il Prof. Di Fresco adirato, se ne era andato sbattendo la porta e per giunta, senza firmare la liberatoria.
Ora, la possiamo girare come la vogliamo, sappiamo come gli artifici della Tv che conosciamo tutti, possono mascherare verità che ai più sono sconosciute, lediting video fa miracoli, fa sembrare i Casamonica mamma e figlio come due avvoltoi di Wall Street e il figlio di Riina come un chierichetto, ma non si può certo nascondere e celare tutto e ad un attento osservatore, non sarebbe di certo sfuggito che qualcosa nel programma non tornava.
Non ci sarebbe stato per altro motivo alcuno, nellinviare decine di sms con quellenfasi e quella preoccupazione, se non, per pregare il Prof. Di fresco di firmare quella benedetta liberatoria, lansia che aveva colpito la redazione e scatenato le ire del conduttore contro di essi li stava devastando, continue chiamate e continui sms, fino alla resa finale, la prego, contatti il Dott. Vespa sta spettando la sua chiamata ma ormai i giochi erano fatti, non si torna indietro o la verità o niente e così è stato niente, tutto scomparso, tranne la poltrona.
Ci dispiace per i soliti detrattori e cospiratori, ma anche questa volta hanno perso unoccasione per tacere ..e soprattutto, per dimostrare un minimo di imparzialità.
Il Vice Presidente AADI
Carlo Pisaniello
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