Il Presidente della Regione Lazio Zingaretti non ha contestato la delibera n. 739 dell’8 agosto 2019 dell’azienda Policlinico Umberto I, con la quale sono stati acquistati gli arredi per i soli ambulatori ALPI e cioè esclusivamente per l’attività a pagamento intramoenia e per la somma di euro 19.656,00.
La notizia non sembrerebbe scandalosa se non si conoscesse l’antefatto.
L’Associazione Avvocatura Degli Infermieri (AADI) ha presentato denuncia alla Procura della repubblica per violazione del D.Lgs. n. 81/2008 nei riguardi dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma, esponendo che gli ambulatori della chirurgia plastica, siti al primo piano dell’edificio n. 7, non erano a norma e l’ambiente costituiva grave pericolo per l’incolumità degli operatori sanitari e degli utenti.
La Procura, esaminata la denuncia, disponeva un sopralluogo nei locali succitati che veniva svolto da incaricati della ASL Roma 1 ed, a seguito del sopralluogo, la ASL Roma 1 sospendeva l’attività lavorativa in loco e prescriveva dettagliate messe in opera di ripristino.
L’azienda nosocomiale ottemperava a quanto richiesto ed ottemperava, anche e successivamente, a quanto ulteriormente indicato nel successivo sopralluogo di verifica, al fine di completare esaustivamente la messa in opera con ogni riguardo di legge, anche per prevenire gli infortuni sul lavoro e garantire igiene e sicurezza agli utenti.
Conclusi i lavori di adeguamento strutturale interno agli ambulatori, il Policlinico, tuttavia, non ottemperava alla prescrizione di dotare i locali di arredi antinfortunistici di nuova fattura (rilevando l’uso di mobilio straordinariamente vetusto) e perciò, a tutt’oggi, l’ambulatorio, benché idoneo strutturalmente all’attività assistenziale, è chiuso al pubblico per mancanza di arredi e suppellettili.
Nelle more della cernita dei fondi finanziari utili all’acquisto del mobilio (promessi), il personale sanitario e gli utenti sono stati dirottati presso gli ambulatori della I clinica chirurgica, piano 2, non idonei ed illegali ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008 (come da due denunce presentate da questa Associazione alla Procura, ricevute rispettivamente il 4 giugno e il 25 luglio 2019) e che, tra l’altro, non sono nemmeno dotati di bagni se non nei sotterranei della medesima struttura al di sotto di tre piani.
Nonostante i disagi e le irregolarità appena denunciate, il direttore generale, con delibera n. 739 dell’8 agosto 2019 (cliccate in fondo), acquistava arredi per i soli ambulatori ALPI e cioè esclusivamente per l’attività a pagamento intramoenia per la somma di euro 19.656,00.
Questa Associazione ritiene che è fatto obbligo all’azienda Policlinico Umberto I di procedere, prioritariamente, all’acquisto degli arredi degli ambulatori sottoposti all’adeguamento normativo antinfortunistico e igienico, come quello anzidetto della chirurgia plastica e, solo successivamente, alle cure degli arredi per i servizi a pagamento per i pazienti che si possono permettere 120-250 euro a visita o a prestazione.
Tale condotta che qui si contesta e si denuncia, discrimina e danneggia i pazienti non abbienti e favorisce i pazienti benestanti che ricevono un trattamento prioritario e migliore rispetto ai primi, con evidente pregiudizio all’assistenza sanitaria che, ex art. 32 Cost., deve essere garantita a tutti e a maggior ragione a coloro che si trovano in posizioni economicamente svantaggiate, affinché il diritto alla salute non si trasformi in un mercimonio da cui trarre profitto.
Il Presidente Zingaretti, al quale non sfugge nulla, ha taciuto ed a permesso che i pazienti che lui stesso dichiara di difendere e tutelare, cioè quelli poveri, siano considerati “ultimi”, forse sperando che un giorno “gli ultimi saranno i primi”, ma per il momento, almeno nel Lazio, i primi sono sempre i primi, mentre gli ultimi, come disse il caro Alberto Sordi, ….
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