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Valanga di buoni pasto al Policlinico Umberto I - Il tribunale li aveva negati

Schiacciante vittoria in appello in 24 ore

Schiacciante vittoria alla sezione Lavoro della Corte di Appello di Roma che a distanza di un solo giorno ha emesso il dispositivo di totale accoglimento della richiesta giudiziaria dei buoni pasto per le infermiere del reparto di neuropsichiatria infantile.


Non è stato facile!

Dopo che il Tribunale del lavoro di Roma aveva rigettato la richiesta senza neppure istruire la causa assumendo che i buoni pasto non sono un diritto del lavoratore (come accade, purtroppo, in molti tribunali d’Italia), le infermiere hanno dovuto dimostrare piena fiducia nell’ufficio legale dell’A.A.D.I. che le ha convinte a combattere fino alla fine ed oggi hanno incassato più di € 80.000 in buoni pasto, ma siccome sono trascorsi più di due anni dal deposito del ricorso, devono anche percepire gli interessi (fino a € 1000), gli arretrati di due anni e otto mesi e i pagamenti futuri fino alla pensione.


La Corte di appello non ha avuto chance dopo che le argomentazioni di diritto sono state ricostruite attingendo dalle nuove tesi europee in materia di funzione assistenziale del pasto, correlandole alla tutela dell’art. 2087 C.C. e dimostrando la finalità sanitaria e di protezione della salute dei pazienti.


La sentenza sarà pubblicata a breve e riporterà l’excursus del diritto spiegato nel ricorso, fornendo una ulteriore ma fondamentale ragione (di diritto internazionale pattizio e costituzionale italiano) sull’obbligo datoriale di fornire una adeguata ristorazione agli infermieri durante l’attività lavorativa.


È anche stato dimostrato che la funzione della mensa si realizza DOPO l’attività lavorativa e non prima o dopo e, quindi, è illegale consumare il pasto prima o dopo il turno, come invece sosteneva l’Azienda Policlinico Umberto I.


La sentenza esporrà anche altre regole inerenti al diritto di mensa che, naturalmente, non possono essere qui esposte perché costituiscono assi vincenti per le cause promosse dall’A.A.D.I. e che spiegano perché Noi vinciamo SEMPRE!


Del resto, la prima causa sui buoni pasto in sanità fu vittoriosamente promossa da Mauro Di Fresco nel 2005 e in tutti e tre gradi di giudizio vinse complessivamente € 12.000, aprendo la strada a tutti gli altri che hanno tentato di imitarlo.

Però, il copyright sui buoni pasto, sul tempo tuta (che ha portato l’ARAN a riconoscerlo nel C.C.N.L.), sul mobbing e sul demansionamento rimane sempre nostro e imitarci non è facile perché la giurisprudenza si evolve a ritmi incessanti e bisogna tenersi sempre al passo.


Noi lo facciamo.

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